Cenni storici su Via Passeri

VIA PASSERI è dedicata a Giovan Battista Passeri (Farnese, 10 novembre 1694 – Pesaro, 4 febbraio 1780) archeologo, letterato e avvocato italiano. A Pesaro esercita l’attività d’avvocato, ma si occupa soprattutto di discipline umanistiche, di filologia e in particolare di archeologia e di civiltà etrusca. Diviene membro di alcune delle più importanti accademie italiane (l’Arcadia, la Crusca di Firenze e tante altre) ed europee (Olimutz e Londra), inoltre viene nominato archeologo dei possedimenti del granduca di Toscana. Papa Clemente XIV lo investe di diverse onorificenze. Dopo la morte della moglie decide di percorrere la vita religiosa prendendo gli ordini da sacerdote, e successivamente viene eletto Vicario Generale dal Vescovo di Pesaro. Muore il 4 febbraio 1780, cadendo nel burrone adiacente ad una sua villa nei pressi di Pesaro.

COME NASCE

Uditore, cioè alto funzionario della Legazione pontificia di Pesaro al seguito dei cardinali legatiStoppani e Merlini, si trasferì poi temporaneamente a Bologna, nel 1760, come Uditore di camera, e poi si spostò a Ferrara, con lo stesso incarico. Favorì la nascita della manifattura di maiolica fine “Casali e Calegari”, assieme all’Olivieri e al Lazzarini, tra il 1755 e il 1760. A Urbino, in PalazzoDucale, sistemò le collezioni di epigrafi di Raffaele Fabbretti e, a Fossombrone, il lapidarioPassionei.Giova a meglio comprendere i principi etici che muovevano i tre eruditi pesaresi, quanto Passeriafferma in un suo articolo Delle arti conosciute, e non curate dagli Antichi (pubblicato a stampa su Nuova Raccolta d’Opuscoli Scientifici e Filologici, XIX, presso Simone Occhi, Venezia 1770): “Il vantaggio di questo secolo, che noi chiamiamo Illuminato, non dee consistere nelle specolative scoperte, ma sebbene nell’adottarle al servigio della Società, che all’esame d’una sicuraesperienza le riconosca proficue alla vita civile”.

DAL 1767

Tra il 1767 e il 1775 compilò, assieme ad Anton Francesco Gori, un catalogo illustrato delleraccolte archeologiche di vasi etruschi e greci della Galleria Clementina della Biblioteca Vaticanacon i disegni del pittore Bartolomeo Poli di 469 vasi, di cui ne furono pubblicati 249 nei tre ponderosi tomi del Picturae Etruscorum in Vasculis. Non riuscì a completare l’edizione deirimanenti due tomi. Passeri incorse nell’errore clamoroso, corretto pochi decenni dopo dagliarcheologi dell’Ottocento, di attribuire agli Etruschi i vasi attici greci che i ricchi personaggi di questo popolo italico acquistavano da Greci e che, tutt’al più imitavano.